I sentieri della musa

L’ispirazione
Un editor ne ha bisogno tanto quanto uno scrittore. Che si cimenti nel copywriting o nella revisione di un testo, se nel suo cervello scorrono solo spazi bianchi è meglio che si dedichi a un’altra cosa. Eh già, sarebbe troppo bello prenderlo come un hobby e sedersi al computer solo quando la mente decolla: questo è un lavoro, con i suoi orari e le sue scadenze. A volte è il lavoro stesso ad aiutarci: un bel racconto d’avventura coinvolge più di un trattato giuridico. A volte, invece, invochiamo la discesa dal cielo della nostra musa.
Permettetemi di parlarvi delle vie che percorre la mia, di musa.
CAMMINARE
Sarà la chimica dell’ossigenazione, sarà il mantra sordo dei passi regolari (tump-tump-tump), una passeggiata stura i condotti intasati della mente e tesse innumerevoli associazioni di pensiero. Quando inizio un progetto nuovo prima esco a fare due passi, e spesso al mio ritorno ho già uno schema di lavoro ben chiaro.
CUCINARE
Non so dipingere, non so suonare strumenti, non so ricamare (!). Però un dono artistico ce l’ho: mi sublimo fra consistenze e profumi, artefice del processo alchemico in cui il cibo si erge a ritualità e convivialità.
come l’acqua per il cioccolato
COLTIVARE UN PICCOLO ORTO
Siamo ben lontani da ettari & trattori: basta un terrazzo, o qualche vaso profondo a sufficienza. Il contatto con la terra è da sempre considerato un momento di elevazione spirituale. Ai tempi della rivoluzione industriale i ricchi filantropi che costruirono i primi villaggi industriali dotavano le abitazioni della forza lavoro di piccoli spazi coltivabili. Dopo una giornata seduta alla scrivania adoro sporcarmi le mani di terra.
MUSICA!
Sì, ma non sempre. Lavori a caccia di virgole e insidiosi spazi superflui richiedono silenzio. E se ci chiedono di uniformare quel passaggio steso di fretta? Di buttare giù un finale (eh sì, alcuni scrittori lo chiedono eccome)? Di stendere il sito web di un agriturismo in modo che chiunque lo legga desideri passarci il prossimo weekend? Una parola sola: che blues sia! Piano, quasi una carezza che scivola sinuosa fra le pareti della stanza.
LEGGERE
Dirò una banalità, leggere è il nostro allenamento quotidiano. Confrontarsi con diverse modalità espressive ci pone di fronte a nuove soluzioni. Cito brevemente la scarna intensità di Erri de Luca e i registri linguistici di Jonathan Safran Foer in Ogni cosa è illuminata, che saranno oggetto di un approfondimento nei post futuri.
…musica, cibo e follia…
niente male
Hai trovato un modo e delle bellissime parole per descrivere il tutto!!!rende benissimo l’idea e affascina!!!
Ilaria, ottima la tua iniziativa!
Anche perché sai come la penso a riguardo…
Raccolgo il suggerimento del blues anche per l’ispirazione grafica!