La formattazione dei dialoghi
Annosa questione, la formattazione dei dialoghi. Facciamo un po’ di chiarezza nell’oceano mare delle virgolette.
Ferme restando le linee editoriali di ogni singolo editore, io procedo così:
- caporali (« ») per le battute dei dialoghi, con il punto all’esterno tranne nel caso in cui la battuta termini con ? ! … (i cosiddetti segni di interpunzione forte)
Mosè disse al Signore: «Mio Signore, io non sono un buon parlatore; non lo sono mai stato prima e neppure da quando tu hai cominciato a parlare al tuo servo, ma sono impacciato di bocca e di lingua».
- virgolette (“ ″) per le citazioni
La celebre frase di Giovanni Falcone “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini” custodisce una profonda verità.
- apici (‘ ‘) per citazioni entro citazioni
“E Hashem parlò a Yona per la seconda volta dicendogli: ‘Alzati! Vai a Ninive, la grande città, e richiamala proclamando quello che io ti dico’. Yona si alzò e andò a Ninive, come aveva detto Hashem”.
- trattini (– –) per gli incisi; sono i trattini “lunghi”, quelli brevi si usano per le parole composte. Il trattino può sostituire le parentesi, con gran beneficio per la leggibilità del testo.
La medicina tradizionale – di cui conosciamo limiti e possibilità – sarà in grado di curare le malattie degenerative?
La letteratura presenta vari impieghi di punteggiatura, quindi il criterio più importante da seguire è ESSERE COERENTI: darsi una regola e portarla avanti.