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Come proporre un manoscritto alle case editrici

ottobre23

Mettetevi nei panni di una casa editrice: ogni giorno viene bombardata da numerosissime proposte da parte degli autori. Se non volete che la vostra mail/lettera di presentazione sia cestinata all’istante, distinguetevi dalla massa e proponete il manoscritto come si deve.

photo by Kathleen Conklin

- mail o lettera di presentazione

evitare formalismi e, viceversa, tono troppo scherzosi. Non presentatevi con la spocchia di chi è convinto di aver scritto un best seller, ma con l’umiltà di chi ha davvero qualcosa da trasmettere ai potenziali lettori. In poche righe dovete riuscire a sintetizzare l’argomento e il target del libro (che saranno approfonditi nella sinossi), facendo riferimento a testi simili pubblicati dall’editore. Così dimostrerete di non sparare nel mucchio e conoscere davvero le scelte editoriali della casa editrice. Citare titoli o collane è un gradito segno di professionalità.

- sinossi

una bella sinossi dà un’impennata al successo della proposta. Anche in questo caso, in una pagina al massimo deve venir fuori il succo del libro. Mai svelare, ma incuriosire e invogliare a chiedere il manoscritto in lettura.

- nota biografica

chi siete? Bella domanda, vero? A un editore non interessa in che anno vi siete laureati o se avete l’hobby di impagliare orsi, basta accennare alla professione e al vostro approccio alla scrittura, magari segnalando pubblicazioni o partecipazioni ad eventi letterari.

- il manoscritto

se non espressamente specificato nelle modalità di presentazione della proposta, va inviato solo se richiesto, quindi in un secondo momento rispetto a sinossi e nota biografica. Manco a dirlo, rileggetelo 1000 volte e siate certi di non avere sparso “orrori” che vi declasserebbero in un batter d’occhio.

Preparate un file con le date di invio della proposta, vi servirà a monitorare i tempi di risposta.

Infine, armatevi di santa pazienza: potrebbero passare anche 8 mesi prima di essere contattati.

Troppo complicato? Me ne occupo io!

Come scrivere una scena d’azione

ottobre22

Ogni genere narrativo ha il suo stile, atto a lavorare sui binomi di base “evocare-descrivere” e “rallentare-accelerare”.

Alle prese con una scena d’azione, dovremmo calarci in una dimensione cinematografica e immaginare il ritmo che vogliamo dare al susseguirsi degli eventi. Il lettore vuole l’adrenalina, e noi siamo pronti a dargliene in quantità.

Come non commettere passi falsi? La parola d’ordine è: RITMO!

dal film "L'uomo con i pugni di ferro"

Ecco cinque regole per una buona riuscita.

- Descrizioni

non devono intralciare le sequenze dell’azione per non alterarne la rapidità; destiniamo le descrizioni di ambienti e personaggi alla fase preliminare o posteriore e non raccontiamo banalità (rileggete ad alta voce)

- Tempi verbali

nella densità di avvenimenti, non cedete alla tentazione di arricchire con i gerundi: “Sollevò la pistola e la puntò dritta alla testa di Murphy, cercando di tenere salda la presa sul calcio e ignorando le sue grida. Murphy si chinò, guardando a terra e sperando nell’intervento della polizia”. Sentite com’è pesante? Il gerundio cristallizza l’azione. Va usato con parsimonia.

- Dialoghi

rapidi, in sequenza, con frasi di attribuzione dosate col contagocce:

«Alzati, Murphy. Fine dei giochi». (, disse Adam.)

«Vallo a raccontare alla polizia qua fuori». (, rispose Murphy.)

«Il gioco è appena cominciato». (, replicò Adam.)

Vedete la differenza? Torniamo al caro criterio della parsimonia: quando non serve specificare, andiamo oltre. Lasciamo spazio all’evocazione nel lettore.

- Avverbi e indicazioni temporali

mi soffermo su un altro tipico punto debole della scrittura che rallenta la stesura delle scene d’azione. “Immediatamente”, “in un attimo”, “improvvisamente”, “subito dopo”, andrebbero sostituiti con espedienti narrativi. Invece di scrivere: “improvvisamente Murphy si voltò verso l’uscita e tentò una fuga disperata, in un attimo Adam gli fu addosso e subito dopo lo gettò a terra”, proviamo con: “Adam fece appello a tutte le sue forze e azzardò una fuga disperata verso l’uscita. Adam si lanciò su di lui e lo gettò a terra come un fantoccio”.

- Lunghezza delle frasi e punteggiatura

frasi brevi = pathos. Suddividere, spezzare, punto e a capo. Limitare al massimo i puntini di sospensione, che fanno molto “ggiovane”.

Infine, armatevi di belle letture sul genere: troverete altri spunti per riuscire a incatenare i lettori alle vostre pagine.

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