Editor? Che roba è?
Tranquillo, non ti sto insultando in una lingua straniera. Ecco cosa vorrei rispondere ogni volta che mi chiedono che lavoro faccio e mi squadrano con gli occhi sgranati. «Ah, ho capito, correggi gli errori.» Non esattamente, ma fuochino. «Non ci pensa già l’autore?» Nel migliore dei casi l’autore fa un ottimo lavoro. È pur sempre un essere umano. Ha due occhi soli. Una testa sola. Vive giornate di ventiquattr’ore anche lui. Mangia, dorme, fa la lavatrice (non tutti…). Stephen King dedica fior di parole di gratitudine alla sua editor in coda a ogni libro, e non è certo un novellino della narrativa. L’editor ci aggiunge i suoi occhi, la sua formazione, le sue letture, le sue esperienze, la sua sensibilità. Il libro perde l’autoreferenzialità tipica di un lavoro portato avanti in assenza di confronto. Ecco perché non serviamo solo a spostare virgole.
L’EDITOR È MOLTO ATTENTO ALLA FORMA
Le virgole le spostiamo, eccome. Non ci possiamo permettere imperfezioni, l’attenzione deve essere sempre ai massimi livelli. Il nostro autore neanche se ne accorgerà, ma tutte quelle “d” eufoniche le abbiamo giustiziate senza appello. Sappiamo che esistono le norme editoriali e che i vari editori adottano le varianti del caso (emblematico l’esempio della punteggiatura nel discorso diretto).
L’EDITOR DEVE AVERE UNA BUONA DOSE DI EMPATIA
L’editor e lo scrittore – tanto quanto il copy e il committente – lavorano in sinergia per comunicare un messaggio. Lo sforzo principale dell’editor, quindi, è sintonizzarsi su di esso, metabolizzarlo. Da questa fase in poi, serve un’infinita delicatezza nel sottoporre allo scrittore/committente le osservazioni su come migliorare il progetto. Talvolta si instaura una tale fiducia che ci viene data quasi carta bianca, talvolta ogni considerazione viene interpretata come un affronto. Non c’è corso che lo insegni, l’esperienza è l’unica risorsa.
L’EDITOR È UN COACH
Chi si accinge ad affrontare un nuovo progetto di comunicazione (scrittore, azienda, titolare di un sito web, studente in fase di tesi) attraversa sbandamenti legati alla gestione del lavoro. Qui l’editor diventa archivio-agenda-semplificatore-motivatore. Poniamoci una scaletta. Diamoci delle scadenze. Domande come Oddio non so da dove cominciare, Ma ora non so come andare avanti, Non ho tempo di stare dietro al sito, Devo lavorare, giustificano la nostra esistenza. Siamo qui per questo.
L’EDITOR È UN POTENZIALE TUTTOLOGO
Mammamia, quanta supponenza! E invece sì, vi spiego perché riallacciandomi a episodi di vita vissuta. Ho lavorato su un bel racconto sul Dodecaneso ai tempi della guerra. Ho scritto siti web per impianti fotovoltaici, ingegneri navali, bed and breakfast. Ho revisionato testi sulla Creazione e sulla Campagna di Libia. Ogni data, nome di località, sequenza di fatti va scrupolosamente verificata per non scrivere castronerie. Ogni volta scatta una ricerca, e qui sta la differenza che fa di un editor un bravo editor. Infine, nel presentare le nostre proposte editoriali scatta lo screening di pertinenza con linee editoriali e collane degli editori oggetto di contatto. Non si finisce mai di studiare!