Lavorare nell’editoria: provaci da freelance
Come trasformare una passione in professione: i quattro step da affrontare per lavorare nell’editoria da libero professionista
Il sogno di tutti è fare il lavoro ideale, svegliarsi al mattino col sorriso e procurarsi un sostentamento economico senza troppi compromessi con la propria predisposizione innata.
Oggi ciò non è facile da perseguire, tantomeno in settori che fanno fatica a far quadrare i bilanci come l’editoria. Stanchi di passare in rassegna (pochi) annunci di lavoro e di autocandidarci con l’invio massiccio di curriculum, cominciamo a prendere in considerazione l’idea di lavorare nell’editoria da freelance.
Freelance? Sì, da liberi professionisti; senza capi né contratti, nel bene e nel male.
Non pensate che sia tutto così semplice, ma in questo articolo voglio condividere con voi i punti-chiave per riuscirci.
Formazione
Nessuno nasce imparato, giusto? E aggiungerei che nessuno vuol fare la figura del fesso. Per lavorare nell’editoria credo sia imprescindibile una formazione universitaria, che fornisce – nozioni a parte – doti dialettiche ed oratorie, attitudine al confronto e alla ricerca. Ma non basta. Costruite le basi, specializziamoci con corsi di settore. Se ne trovano in quantità, promossi da università, istituti o case editrici. Come scegliere il giusto percorso formativo? Occhio all’ente promotore e occhio al programma, che non deve dilungarsi in pseudo contenuti citati solo per fare volume; deve essere prevista una parte pratica, ove mettersi alla prova e ricevere un feedback dagli insegnanti. Da queste valutazioni, e dalla mia esperienza, è nato il corso di editing online che descrivo nel mio sito. La passione per i libri resiste? Bene, allora è il momento di rimboccarsi le maniche e stringere la cinghia.
Gavetta
Chi mai offrirebbe un incarico a un soggetto alle prime armi, anche se fresco di formazione? Il mio consiglio è di proporsi per uno stage gratuito presso un editore, spontaneamente o tramite lo sportello stage della pubblica amministrazione locale. In presenza di una formazione universitaria specifica (scientifica, artistica, archivistica, etc.), meglio rivolgersi ad editori di settore: apprezzeranno il bagaglio di conoscenze che apporterete col vostro contributo.
Mettersi in proprio
Scendiamo ad un più profano livello fiscale, giacché di conti e carte andremo a parlare. Si aprono tre possibilità di inquadramento fiscale per un freelance:
1. prestazione occasionale
come dice il termine, sancisce incarichi occasionali (non oltre i 30 giorni nell’arco dell’anno) e con importi annui massimi di 5000 €. Le tasse, ossia la ritenuta d’acconto, ammontano al 20%, e vengono pagate dal committente con modulo F24, le cui ricevute andranno poi presentate in sede di dichiarazione dei redditi.
2. Partita IVA con regime dei minimi
si apre ufficialmente una partita IVA, con tali caratteristiche:
- età inferiore a 35 anni
- durata del regime fiscale agevolato: 5 anni
- tetto massimo di acquisto di beni strumentali (auto, PC, etc.): 15.000 €
- fatturato massimo annuale lordo: 30.000 €
- tassazione: 5% imposta sostitutiva e 27% INPS, calcolate sull’utile (fatturato-costi)
- non si po’ fatturare a soggetti residenti fuori dal territorio italiano.
3. Partita IVA tradizionale
Decadono le limitazioni su massimali di fatturato, beni strumentali e area di fatturazione, ma aumentano i costi: l’Irpef sale al 23% e l’INPS va al 28%. Le tasse si pagano con acconti per l’anno futuro calcolati in base all’utile dell’anno in corso. E indubbiamente serve un commercialista, che non è gratis.
Farsi conoscere
I clienti non cadono dal cielo, ma vanno trovati e conquistati. Dobbiamo pianificare una scrupolosa campagna di marketing e preparare un portfolio di lavori da esibire, per cui vale anche l’esperienza accumulata in fase di gavetta. Gli step:
- un sito web
- un blog in cui affrontare tematiche interessanti del settore
- profili social
- interventi su altri blog “amici”
- partecipazione a fiere ed eventi editoriali.
Lavorare nell’editoria non è impossibile: non si diventa milionari, ma – come ho scritto ad inizio articolo – se è davvero la nostra passione ci sveglieremo ogni giorno col sorriso. E con molte pagine da correggere..!